S. Agata e il capolavoro di Pietro Novelli

S. Agata e il capolavoro di Pietro Novelli S. Agata e il capolavoro di Pietro Novelli

Da quando i Padri Cappuccini nel 1607 si trasferirono qui, questo imponente immobile, situato oggi all’interno dei Giardini Iblei, ha mantenuto il ruolo conventuale fino agli inizi del secolo scorso quando, abbandonato dai frati, trasformò la propria funzione in attività ricettivo-ristorativa.

La chiesa permane invece nel suo ruolo, custodendo ancora oggi uno dei più preziosi capolavori d’arte del territorio, commissionato nel 1635 dal nobiluomo Niccolò Placido Branciforte. Si tratta del trittico di Pietro Novelli raffigurante l’Assunzione di Maria in cielo, affiancata dalle sante Agata e Caterina.

Vale la pena soffermarsi ad ammirare le influenze che l'arte di Caravaggio operò in molti pittori che ne seguirono le orme: l'uso dei forti chiaroscuri, lo scorcio azzardato del sarcofago che mostra uno spigolo in primo piano, il piede di San Pietro con il dettaglio realistico della lordura. Tra tutti gli apostoli, sulla sinistra, un solo personaggio guarda verso il pubblico: è l'autoritratto dell'autore, Pietro Novelli. 

La presenza di una cripta, cui si accede da una scala, attraversata la sagrestia, in cui si possono ancora vedere chiaramente i resti di un piccolo colatoio per l’imbalsamazione dei morti conferma come, anche nel ragusano, fosse attiva questa pratica nell’ambito dell’ordine cappuccino. 
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