Il Parco ecclesiastico di Ragusa
La chiesa della Badia o del Collegio di Maria Addolorata
La sua costruzione risale al 1796 per volere testamentario della nobildonna Felicia Schininà di Sant'Elia che realizzò un Collegio con lo scopo di fornire un'educazione alle orfane ragusane. Al posto del Collegio sorge oggi un centro culturale, il CCC - Centro Commercaiel Culturael dedicato a Mimì Arezzo, mentre la chiesa ha mantenuto al sua sacra funzione.
Al suo interno si conservano pregevoli dipinti del pittore siciliano Tommaso Pollace, quali Santa Giuliana Falconeri, la Presentazione al Tempio di Gesù Bambino e la Pietà all'altare centrale. Degno di rilievo il bellissimo pavimento in pece bianca e nera dai motivi geometrici.
La chiesa della Santissima Annunziata
Con la sua Madonna Pastora: tradizionalmente identificata con l’antica sinagoga ebraica dell’Antico quartiere della Giudecca, fu ricostruita in seguito al terremoto del 1693.
Degno di nota è l’immagine insolita della Madonna raffigurata sulla volta della sagrestia nei panni di una pastorella che difende le proprie pecore dalla minaccia del lupo.
San Giuseppe e le suore di clausura
Il convento, costruito nel 1588 in ottemperanza ad un voto fatto dal barone Carlo Giavante e consorte per la guarigione del figlio, aveva una sua prima chiesetta dedicata a San Giuseppe dove oggi sorge il palazzo municipale.
Nonostante qualche interruzione temporanea l'ordine benedettino delle suore di clausura permane ancora oggi, perpetrando l'adorazione perpetua all'interno della chiesa, che conferisce alla stessa un'atmosfera molto intima e raccolta.
San Giacomo Apostolo e il crocifisso inamovibile
Una chiesa sorta intorno a uno dei più celebri santi guerrieri, S. Giacomo, cui è intitolata anche al confraternita che la gestisce.
Da evidenziare anche il soffitto prospettico dipinto nel 1734 dal chiaramontano Simone Ventura.
S. Agata dei Padri Cappuccini con il capolavoro di Pietro Novelli
Trasferitisi i Padri Cappuccini nel 1607 in questo imponente immobile, situato all’interno dei Giardini Iblei, viene mantenuto il ruolo conventuale fino agli inizi del secolo scorso finché, abbandonato dai frati cappuccini, trasforma la sua funzione in attività ricettivo-ristorativa.
La presenza di una cripta in cui si possono ancora vedere chiaramente i resti di un piccolo colatoio per l’imbalsamazione dei morti conferma come, anche nel ragusano, fosse attiva questa pratica nell’ambito dell’ordine cappuccino.